«Sovrapposizioni» a Zurigo: poetica della realtà

In una piccola stanza adibita a mo› di caffè letterario ha luogo una tra le più speciali «riunioni di scrittori appartenenti a due generazioni»: così inizia la moderatrice Jecqueline Aerne ad introdurre gli ospiti di questa sera presso la Kulturhaus Helferei di Zurigo. Accomodati su un divanetto elegante ci sono Fabio Pusterla e Yari Bernasconi a leggere poesie estratte dalle loro raccolte bilingui: Nella quiete provvisoria del volo/In der vorläufigen Ruhe des Flugs (2021) rispettivamente Nuovi giorni di polvere/Neue staubige Tage (2021). A fasi alternate, tra una serie di lettura e l’altra, il violinista Matthias Lincke, suonando ad occhi chiusi, regala momenti di riflessione al pubblico, che apprezza molto la sua bravura.

La discussione dei testi è preceduta dall’intervento della moderazione, con cui si traccia un percorso storico-formativo che unisce i due poeti svizzeri. Si tratta di due personaggi distinti accomunati dalla profondità delle parole messe insieme e in versi.

Fabio Pusterla è stato docente di Yari Bernasconi al Liceo Cantonale di Lugano e da allora le loro strade si sono incrociate, fino a poter oggi parlare di un’amicizia che non è soltanto legata all’impegno poetico. Il giovane poeta afferma di aver compreso soltanto negli ultimi anni di liceo quanto fosse importante la letteratura e di aver maturato in sé il pensiero che custodisce ancora gelosamente: «la letteratura può cambiare il mondo», perché portatrice di un linguaggio in grado di superare qualsiasi tipo di barriera. Che l’acceso entusiasmo di allora oggi si sia un po’ scolorito è del tutto naturale, come accade ad ognuno di noi diventando adulti e più maturi. Col trascorrere del tempo si cambia e cambia anche il modo in cui si comunica e la modalità con cui si vuole trasmettere un messaggio.

Nella crescita personale e professionale assume grande importanza l’immagine del «Maestro con la ‘m’ maiuscola», che per Pusterla è stato per primo Giovanni Orelli; figura importante nella letteratura di lingua italiana in Svizzera. Per Bernasconi il Maestro è colui che permette «l’incontro e lo scontro con il suo interlocutore». Non si parla, quindi, di modello di ispirazione quanto di un insegnamento che ha reso possibile quel cambiamento necessario per dare slancio alla produzione di testi.

Dalla loro lettura emergono diversi temi cari sia ad uno che all’altro poeta. La loro produzione in versi è accomunata dall’intenzione di voler rendere in maniera trasparente e realistica tutte quelle immagini e tutti quegli eventi tratti dalla vita quotidiana, dalla storia dell’umanità e, quindi, dall’esistenza nel mondo. Se per Pusterla la poesia nasce da un motivo di ispirazione preciso dovuto sostanzialmente a «l’incontro di due cose», per Bernasconi è fonte di ispirazione la realtà allo stato puro, in cui dei «microscopici momenti di scrittura» bastano per poter riflettere su versi abbozzati o per scriverne di nuovi. Da un lato la scrittura di Bernasconi si caratterizza per la sua natura spontanea, chiaramente meditata, ma concisa e immediata e allo stesso tempo in grado di farsi carico di significati profondi che potrebbero essere dettati dalla bocca di chiunque amasse riflettere sulla realtà. Dall’altro lato è del tutto disinvolta e profusa la scrittura di Pusterla, che spesso riesce a racchiudere in un testo due varianti distinte per ogni scontro di verità nella vita. Nelle sue poesie la riflessione si estende su due linee parallele che si intersecano soltanto in un punto: quello in cui le sensazioni contrastanti si scontrano letteralmente e condividono le une l’aspetto poco consono alla natura delle altre.

Dalla lettura di Bernasconi ci si sposta dal fatto di cronaca nera con Cartolina notturna, alla «vena identitaria» che caratterizza le poesie ambientate in diversi luoghi visitati, come in Connemara; dalla nostalgia di un paesaggio nella poesia Conosci il mare, ai «monologhi interiori» dettati dalla notte, il momento in cui tutto tace e i pensieri prendono forma, in Cartolina notturna n. 3 ed è facile immedesimarsi nei versi di una storia che potrebbe essere quella di tutti coloro i quali siano ancora in grado di guardare in faccia alla realtà senza indossare alcuna maschera:

Ora che […] | mi ricordi | chi sono (il tanto e il poco che sono), | non riesco ancora a dirti che farò | del mio meglio, ma che non basterà. | Ora che torni col braccio arrossato, | qualche graffio e due lacrime già secche, | cercando un segno sul mio viso,| non riesco a dirti: non succederà più.

Yari Bernasconi, poesia «Altre discese e risalite» dalla raccolta «La casa vuota» (2021)

Nel viaggio guidato da Pusterla si parte da La storia della lingua che rappresenta l’«incarnarsi della storia dentro le parole» per giungere a parole dialettali della valle del Moesa (regione Mesolcina) che sono il lascia passare di un paesaggio naturale spettacolare portatore di speranza, che a sua volta può essere motivo di minaccia, di pericolo per se stessi; sempre secondo il sistema binario associativo si passa dall’immagine del fiore di rosa facendo riferimento a momenti felici che inevitabilmente portano con sé momenti duri e di amarezza, per poi approdare a Sovrapposizioni a Berlino, in cui la bellezza e grandezza della capitale tedesca è accompagnata dall’«insensatezza» della mente umana attorno al Denkmal in memoria della Shoah. Si prosegue con il tema della colpa che l’uomo deve riconoscere dal passato storico caratterizzato da veri e propri volti di capri espiatori in una storia che ha avuto e avrà sempre un luogo e tempo definito nella memoria collettiva. Pusterla regala al pubblico la lettura di Sulcis: omaggio dedicato alla persona di Giovanni Orelli in occasione della scomparsa nel 2016; il poeta si alza in piedi per la lettura in onore al suo Maestro di vita ed è un momento in cui si stampa un sincero sorriso nel volto delle persone presenti, mentre al poeta luccicano gli occhi.

L’intensità raggiunta dai protagonisti lettori – e con ciò s’intendono non solo i poeti e autori dei testi, ma anche l’attore, Wolfram Schneider-Lastin, delle traduzioni dei testi in lingua tedesca – è premiata dal pubblico con un lungo applauso. Il piccolo pubblico, quasi esclusivamente di mezza età, è concorde ai temi trattati e ai rimandi storico-letterari che hanno accompagnato la serata. Eppure, i motivi delle poesie sono aperti anche al pubblico più giovane, proprio per il contatto che i versi permettono di instaurare tra un sentimento e l’altro di persona in persona, tra un paesaggio e l’altro di storia in storia.

Was für ein Blick!

Völlig unkonventionell ist die Ausstellung von Anna Sommers neuem Buch mit dem Titel Tinte (2023), die im Verlag Edition Moderne stattfindet, in dem das Buch erschienen ist. Keine Stühle, kein Podium, keine selektive Warteschlange: Umgangssprachlicher und dialektaler Ansatz bei der Präsentation; Die Ausstellung steht allen offen, und solange man drinnen ist, kann man die Worte der Künstlerin hören, welche dieses besondere stille Buch geschrieben hat.

Die Gesprächspartnerin Anna Sommers ist Julia Marti, die ein Drittel der Leitung der Edition Moderne ausmacht. Sie bittet das Publikum gleich zu Beginn um ein paar Minuten Aufmerksamkeit, denn die Anwesenden stehen dicht gedrängt. Doch die Besonderheit dieser kurzen Ausstellung einer Graphic Novel liegt eher in der Spontaneität als in der Präzision und Langatmigkeit.

Die Verlagsleitung besteht aus sehr jungen Leuten; Julia Marti möchte dem Publikum ihre beiden anderen Mitarbeiterin vorstellen, die angesichts der kleinen und beengten Räumlichkeiten draussen geblieben, sind, und fragt spontan: «Wo sind sie? Vielleicht draussen beim Rauchen?» Die Reaktion des Publikums ist ebenso spontan, angesichts der Situation der Präsentation der Autorin und des Buches, laut lachend und fast amüsiert. Danach wird die Atmosphäre ernster und konzentrierter, als Fragen an der Autorin des Buches gestellt werden, welche sich durch das Weinen eines Kindes nicht stören lässt.

Für ihre Bildergeschichte liess sich Anna Sommer von der Daruma-Figur, einem japanischen Glücksbringer, inspirieren. Diese Figur hat keine Augen, das linke Auge wird zu dieser Figur gezogen, wenn ein Wunsch beginnt, erfüllt zu werden; das rechte Auge wird gezogen, wenn der Wunsch erfüllt ist.

Die Protagonistin der illustrierten Geschichte bemalt ihr linkes Auge, während der Schimpanse die restliche Tinte trinkt, die sie zum Bemalen des linken Auges benötigt. Hier beginnt die Jagd nach Tinte, welche die Frau bei mehreren Abenteuern begleitet. Auf der Suche nach Tinte wird sie schliesslich fündig und es gelingt ihr, das rechte Auge auf ihr Gesicht zu pinseln, aber es ist nicht so, wie sie es sich vorgestellt hat.

Die Besonderheit der Materialumsetzung dieses Buches ist der Arbeit der Autorin zu verdanken, welche für ihre Figuren weder Bleistift noch Pinsel, sondern ein Messer zum Ausschneiden ihrer lebhaften Szenen verwendet hat. Mit Hilfe von Japanpapier, das weich und für diese Art von Arbeit geeignet ist, schneidet die Autorin die Formen ihrer Figuren buchstäblich aus und setzt sie dann auf dem gewählten Hintergrund zusammen. Das besondere Material des Werkes hat die Wahl der Erzählung in gewisser Weise beeinflusst, so dass es viele Elemente gibt, die sich auf die Natur mit ihren runden, klaren Formen und schönen Landschaften beziehen.

Julia Marti betont, dass jedes konstruierte Bild ein Kunstwerk für sich ist und hinterfragt die Beziehung zwischen der Geschichte und den einzelnen Sequenzen. Dazu sagt Anna Sommer, dass sie dank dieser Arbeitsweise mehr Freiheiten gehabt hat: Ohne Worte kann alles variieren, ohne eine abgegrenzte Storyboard kann alles eine andere Form annehmen. Es war eine ständige Überraschung für sie, und irgendwann hatte sie den Dreh raus.

Der schönste Teil der Ausstellung war sicherlich der letzte Teil, in dem man über das Produkt eines solchen besonderen Werks nachdenkt: Man kauft das Buch, blättert es durch und schaut sich jedes Detail genau an, um so viele Informationen wie nötig zu erfassen, um die Botschaft des Textes zu verstehen. Auch wenn es sich um ein Bild handelt, ist es ein Text, das sollte man nicht vergessen: ein Buch ist eine Form von Text und die Einzigartigkeit der Graphic Novel liegt wahrscheinlich darin, dass man seinen Gedanken freien Lauf lassen und geschlossene Schemata vermeiden kann. Es verändert sich auch die Sichtweise, je nachdem, was man erlebt hat. Das gilt auch für die Protagonistin von Tinte: Am Ende ihres Abenteuers hat sie es geschafft, ihr rechtes Auge zu malen, ein bisschen hart, aber sie hat es geschafft. Was ist wichtig, wie oder was wird die Erfüllung erreicht? Jedem und jeder seine eigene Vorstellung.

Was bedeutet grenzenloses Schreiben?

Auf dem Podium stehen vier runde Tische, geschmückt für die Protagonisten des Abends, die heute im Rahmen des Schweizer Projekts «Weiterschreiben» hier sind. Die runde Form der Tische spielt auf die Form der Planeten im Weltall an. Hier auf dem Planeten Erde gibt es verschiedene Welten, die, anstatt friedlich miteinander zu kommunizieren, durch Lebensbedingungen, Politik und Kultur getrennt und unterschieden sind.

Dank dieses Projekts, das 2017 zum ersten Mal in Deutschland konzipiert und durchgeführt wurde, finden Autorinnen und Autoren aus Ländern, in denen ihre Worte zensiert und zum Schweigen gebracht wurden, den Raum, um ihre Arbeit, ihr Schreiben fortzusetzen und ihren Werken eine Stimme zu geben. In der Schweiz wird das Projekt seit 2021 durchgeführt und hat einen grossen Einfluss auf die zeitgenössische Literaturproduktion. Beispielhaft ist die Begegnung und die Geschichte von Azad Şîmmos Schreiben im Vergleich zum Schreiben von Gianna Olinda Cadonau. Aber mehr als ein echter Vergleich ist es ein Kontakt, eine kontinuierliche Kommunikation, wenn auch auf eine etwas andere Art und Weise, von Gedanken und Visionen über das Leben in der Welt zwischen den Versen der Gedichte, die in Şîmmos Fall wegen der Sensibilität, die der Wortwahl gewidmet ist, und der starken Emotionalität, die den Tönen innewohnt, mitten ins Herz treffen; Verse, die von Gianna, die existenzielle Fragen nach sich ziehen und die jeden von uns Menschen in Frage stellen und uns ein wenig verunsichert zurücklassen. Şîmmo liest Gedichte aus den Sammlungen Belki Sensin Özlediğim (2015) und Avaşîn (2022) in der türkischen Originalfassung; Cadonau liest Gedichte aus den rätoromanisch/Sammlungen Ultim’ura da la not / Letzte Stunde der Nacht (2016), pajais in uondas / wiegendes Land (2020) und aus seinem Roman Feuerlilie (2023).

In der Einführungsrede zur Lesung und Diskussion der Texte wird einer der schönsten Sätze Ludwig Wittgensteins zitiert: «Die Grenzen meiner Sprache sind die Grenzen meiner Welt» – der perfekte Satz, welcher sofort das problematische Bild des Verbots und das Fehlen des Rechts auf freie Meinungsäusserung wiedergibt. An diesem Abend trafen die Worte von Şîmmo, der nach einer schmerzhaften Vergangenheit in der Türkei in der Schweiz willkommen geheissen wurde, auf die Worte von Cadonau. Die beiden arbeiten an einem Tandem, auf dem ihre Zusammenarbeit beruht. Die Persönlichkeit von Şîmmo spiegelt sich in den Versen seiner Gedichte wider und wird in seinen Worten voller gemischter Gefühle erneut bestätigt. Das Glück und die Freude, im Projekt Weiter Schreiben Schweiz eine neue Familie gefunden zu haben, werden von Şîmmo immer wieder wortwörtlich hervorgehoben, der zugibt, in der Schweiz eine Möglichkeit gefunden zu haben, ohne Grenzen an seinem Schreiben zu arbeiten. Nicht einmal die Vielfalt der Sprachen, die bei den Kreativitäts- und Schreibtreffen aufeinandertreffen. Der Austausch zwischen Autorinnen und Autoren aus verschiedenen Nationen und Kulturen führt zu einem Werk, das nichts weniger ist als die richtige Mischung aus Sichtweisen und Charakteren, die in Prosatexten und Versen umgesetzt werden.

Für Cadonau bedeutet die Arbeit mit Weiter Schreiben Schweiz, dass wir über das nachdenken, was tief in uns steckt, und es nutzbar machen. Schreiben heisst also, sich zu fragen, was man aus dem, was man in sich trägt, mit seinem Innenleben machen kann. Für sie ist WSS ein «konkreter und kostbarer Ort», an dem Worte Gewicht haben und dieses Gewicht eine Spur hinterlässt. Was bleibt, ist sicherlich der Moment der Reflexion, der die Anwesenden am Ende eines jeden Textes beschäftigt. In seinen Gedichten ist Şîmmo er selbst, frei und voller weiblicher Figuren, voller Nostalgie, voller Traurigkeit über diejenigen, die nicht die gleichen Schritte wie er machen konnten, weil sie zurückgeblieben sind. Die Aufgabe seiner Poesie ist es, sich an diejenigen zu erinnern, die in seiner Heimat geblieben sind, und auf die Distanz zu reagieren, die die schweizerische Realität ausfüllt, indem sie ihm eine «Literatur-Mutter» schenkt, womit er von seiner ersten Leitfigur in Weiter Schreiben Schweiz spricht.

Erst später lernt Şîmmo Cadonau in der Projektgruppe kennen, und die Freundschaft, die sich zwischen den beiden entwickelt hat, geht weit über das hinaus, was man vermuten würde. Die beiden unterscheiden sich in ihren Schreibmethoden. Einerseits gelingt es Simmo, seine Gedanken in seinen langen Gedichten zu entladen, oft in anaphorischen Wendungen, die auch dem ins Deutsche übersetzten Text Musikalität verleihen. Das gleichzeitige Werk aus Lyrik und Roman umfasst auch Übersetzungen seiner türkischen Gedichtbände, die derzeit in Bearbeitung sind. An diesem Abend war es möglich, mehrere türkische Gedichte in deutscher Übersetzung zu hören, bevor sie offiziell veröffentlicht werden. Der Überraschungseffekt im Publikum war an den leuchtenden Augen und ernsten Gesichtern abzulesen. Ja, denn Şîmmo Gedichte lassen Szenen von Gewalt und Ungerechtigkeit lebendig werden, ohne sie wirklich zu beschreiben, sondern lediglich die Gefühle und Reflexionen zu beschreiben, die sie in den von ihm ausgewählten Personen hervorrufen.

Wenn Cadonau über die Reflexion nachdenkt, die den Ausgangspunkt seiner Arbeit bei Weiter Schrieben Schweiz bildet, spricht sie von einem «sich erfinden»: ein Fremder im Land des Wachstums zu sein, wie im Land der Herkunft und das Schreiben ist eine weitere Art, sich fremd zu fühlen, weil es bedeutet, zu arbeiten, zu entwerfen, ohne zu wissen, wo man ankommt und wo man für längere oder kürzere Zeit bleiben wird.

Materialismus, widerständiger Feminismus und historischer Evolutionismus stehen im Mittelpunkt von Şîmmos Poetik, in der der Übergang zwischen Gegenwart und Vergangenheit von Angst und Schmerz geprägt ist. Şîmmo dankt seinem Mitarbeiter Cadonau mehrfach. Diese wiederum bedankt sich bei Simmo: Man braucht zwar Zeit, um sie sich zu verstehen, um vor allem die Texte von Şîmmo und ihre Botschaft zu verstehen und auch wenn die Kommunikation langsam erscheint, bei ihrer Arbeit sieht Cadonau keine gesetzten Grenzen. Ein weiterer Beweis dafür, dass Literatur sowohl über sprachliche als auch über politisch-gesellschaftliche Grenzen hinausgeht.

Die Lesung endet mit einigen Vorschauen auf die Produktion von Cadonau und Şîmmo. Gianna Olinda Cadonau wartet auf den nächsten Sommer, um sich dem Schreiben neuer Gedichte zu widmen, während Azad Şîmmo derzeit an ihrem neuen Roman arbeitet. Das Publikum, bestehend aus Leuten unterschiedlichen Alters und einer grösseren Anzahl junger Leute, applaudiert lange als Zeichen des Dankes für das Wunderbare der Gegenwartsliteratur.